Nel giorno dell’insediamento della Dieta imperiale, l’organo rappresentativo del popolo giapponese, la Costituzione Meiji entra formalmente in vigore. Si tratta di un passaggio fondamentale per il consolidamento del regime, artefice in quegli anni di un impetuoso sviluppo che avrebbe catapultato il Paese nel Gotha delle grandi potenze.
In seguito all’abbattimento del bakufu[1] e alla riabilitazione della Corona sotto l’imperatore Mutsuhito (1852-1912), pietre angolari di una stagione convulsa nota comeRinnovamento Meiji[2], il Sol Levante si imbarcò in un ambizioso programma di modernizzazione che interessò ogni aspetto della vita nazionale. A differenza di quanto si potrebbe credere, tuttavia, l’edificazione di un moderno Stato di diritto non fu sempre il prodotto di un disegno strutturato e coerente: dopo una fase iniziale caratterizzata da uno studio approfondito del parlamentarismo britannico, la volontà di reprimere qualunque spinta eversiva condusse l’establishment a ideare un proprio modello…
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