Storia dell’Afghanistan (1989-2019): il “Grande Medio Oriente”- Atto II

La Minerva

L’avanzata dei Talebani (1996-2001)

Se la conquista delle regioni meridionali si era conclusa con relativa celerità grazie all’appoggio offerto dalla componente etnica pashtuniana, l’espugnazione delle roccaforti hazare e tagike si rivelò, al contrario, un’impresa più ardua rispetto ai pronostici elaborati alla vigilia delle ostilità. La testimonianza eloquente del caos che regnava nel Paese arrivò nel maggio del 1997 quando Abdul Malik Pahlawan, signore della guerra e alleato di Dostum, si macchiò di un duplice tradimento trasferendo il controllo della città di Mazar-i Sharif alle forze dell’Emirato,salvo poi ordinarne il massacro. All’origine di un simile colpo di coda figuravano una moltitudine di concause quali il desiderio di vendicare la morte del fratello Rasul, assassinato nel giugno del ’96 dietro ordine espresso del leader del Junbish-i-Milli[1] e, soprattutto, il timore che i Talebani potessero venir meno alla parola data cercando di estendere la loro autorità sull’intero Afghanistan settentrionale.

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