25 settembre 1944, Paesi Bassi

Comincia l’evacuazione, nei pressi di Arnhem, dei reparti che costituiscono la 1° Divisione aviotrasportata britannica. Si tratta del capitolo conclusivo dell’operazione “Market-Garden” (17-25 settembre 1944), uno dei più gravi rovesci mai subiti dagli Alleati sul fronte occidentale.

Sferrata appena qualche settimana dopo l’esaurimento di “Overlord” (6 giugno-30 agosto 1944), il colossale piano di invasione volto a liberare la Francia dalla morsa nazista, l’intera offensiva era stata fortemente voluta dal generale Bernard Montgomery (1887-1976), ex comandante dell’VIII Armata già distintosi nelle campagne del Nordafrica e d’Italia. Stando alle valutazioni dell’alto ufficiale, la conquista dei ponti sul Reno avrebbe infatti consentito l’aggiramento della poderosa “Linea Sigfrido”[1], minacciando al contempo il cuore pulsante della macchina bellica tedesca: il bacino della Ruhr.

Un disegno oltremodo ambizioso, come testimoniarono i drammatici sviluppi intervenuti sul piano tattico, costruito a partire dall’illusione per cui la Wehrmacht fosse in procinto di sfaldarsi. Queste velleità, ben incarnate nell’eterea promessa di un ritorno a casa entro Natale, sembravano tuttavia corroborate dalla grande vittoria ottenuta nella “Sacca di Falaise” (12-21 agosto 1944), battaglia decisiva che aveva condotto alla decimazione del Gruppo d’Armate B.

Filmato a colori dell’operazione “Market-Garden”

Quando anche l’ultimo aliante ebbe toccato il suolo olandese, alle 14:35 di domenica 17 settembre, la prima fase dell’operazione ebbe finalmente inizio. Ai 35.000 paracadutisti inquadrati nella First Allied Airborne Army, unità di recentissima creazione diretta dallo statunitense Lewis Brerenton (1890-1967), sarebbe spettato il compito di occupare le infrastrutture nelle città di Eindhoven, Nimega e Arnhem (“Market”), permettendo così al XXX Corps di proseguire la propria avanzata verso il Reich hitleriano (“Garden”).

All’atto pratico, una lunga sequela d’imprevisti avrebbe però rallentato i progressi degli attaccanti, esponendoli alla reazione di un nemico ancora in grado di coordinare manovre ad ampio respiro: a Son en Breigel, una pattuglia della Luftwaffe fece esplodere l’unico collegamento rimasto sul Canale Guglielmina, mentre a Grave un solo viadotto su tre fu posto in sicurezza dai militari della 82nd Airborne[2]. Tali difficoltà furono esacerbate dal continuo malfunzionamento delle radio inglesi, spesso impossibilitate nel trasmettere o nel ricevere messaggi, nonché dalla distanza eccessiva fra le aree di lancio e gli obiettivi prefissati. Infine, occorre ricordare quanto le forze aviotrasportate non disponessero di armi idonee a respingere le Panzerdivisionen, capaci di muoversi con una certa impunità grazie al notevole peggioramento delle condizioni atmosferiche[3][4].

Malgrado ciò, i 700 effettivi del 2nd Parachute Battalion avrebbero difeso il ponte di Arnhem fino all’esaurimento delle munizioni, combattendo con indomito coraggio sotto la leadership del tenente colonnello John Frost (1912-1993). Un sacrificio eroico, ma che non poté nascondere le terribili lacune alla base del progetto: piuttosto eloquente risultò essere la scelta di Montgomery di non prestar fede alle informazioni raccolte dal SIS, il servizio segreto dell’intelligence britannica, relative alla presenza di due divisioni corazzate (la 9° SS “Hohenstaufen” e la 10° SS “Frundesberg”) a ridosso del teatro operativo.

Accerchiati e ormai ridotti allo stremo, gli uomini di Frost si sarebbero arresi all’alba del 21 settembre, consegnando l’ambita installazione nelle mani degli avversari. Questo episodio, unito all’intensificarsi degli scontri intorno alla famigerata “Hell’s Highway”[5], avrebbe svolto un ruolo chiave nel compromettere le sorti di “Market-Garden, trasformando quella che doveva essere una marcia trionfale in un costoso fallimento strategico: secondo le stime più accreditate, le perdite subite in quegli otto giorni ammontarono infatti ad oltre 15.000 soldati, la metà dei quali appartenenti alle fila dei temuti “Diavoli Rossi”[6].

Niccolò Meta

La Minerva

Classificazione: 5 su 5.

NOTE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] La Linea Sigfrido era un complesso di fortificazioni costruito in Germania durante gli anni ’30. Venna riattivata all’indomani della campagna di Normandia, nell’agosto del 1944.

[2] La distruzione dei viadotti contribuì a saturare le vie di comunicazione rimanenti, esasperando in tal modo le difficoltà logistiche. Tutto questo, unito alla tenace resistenza opposta dai tedeschi, avrebbe fatto sì che il XXX Corps accumulasse un ritardo di ben 36 ore rispetto alle stime iniziali.

[3] A partire dal 18 settembre, le condizioni metereologiche in Inghilterra peggiorarono drasticamente: un simile imprevisto avrebbe posticipato l’invio dei rinforzi, limitando al contempo il supporto aereo ravvicinato per la fanteria.

[4] Alcune indiscrezioni riferiscono che, tra i rottami di un velivolo da trasporto, i tedeschi avrebbero rinvenuto i piani di battaglia dell’intera operazione. Se ciò fosse vero, questo colpo di fortuna avrebbe permesso al feldmaresciallo Model (1891-1945) di approntare le necessarie contromisure, contribuendo in ultima istanza alla sconfitta degli Alleati.

[5] L’autostrada 69, ribattezzata “Hell’s Highway” per la ferocia degli scontri che vi ebbero luogo, era un segmento viario battuto regolarmente dall’artiglieria tedesca e dalla Luftwaffe.

[6] “Diavoli Rossi” era l’appellativo riservato ai paracadutisti britannici.

Storia della seconda guerra mondiale, Giunti Editore, Firenze, 2000.

G. Schreiber, La seconda guerra mondiale, il Mulino, Bologna, 2013

2 pensieri riguardo “25 settembre 1944, Paesi Bassi

    1. La ennesima conferma della netta incapacità strategica di Montgomery che doveva la sua fama alla battaglia di El Alamein (1º visconte Montgomery di Alamein) dove lui trovò truppe, rifornimenti, postazioni e basi già preparate ed allenate dal suo predecessore Auchinlech il cui difetto non era la capacità strategica, ma il non saper scegliere buoni subordinati. Auchinlech spostato dall’8^ Armata alo comando delle Armate in India diede un contributo fondamentale alle vittorie in Birmania grazie alle sue capacità ed abilità. Montgomery invece? una serie di sconfitte. Sicilia dove si mosse come una lumaca facendosi soprassare da un vero generale dei corazzati Patton. Normandia quando sottovalutò la forza delle difese in retrovia del Gruppo di Armate B liberando Caen mesi dopo lo sbarco, quando era prevista la liberazione di Caen il giorno stesso dello sbarco (cfr. il libro di Ryan) per cui si rese necessaria unal unga battaglia che si concluse con la stretta a Falaise, dove se non vado errato Patton contribuì. Infine i problemi con Patton che da vero comandante di truppe corazzate spingeva mentre Monty andava a passi di lumaca ed infine l’apoteosi, costata 15.000 uomini di Market Garden. Un vero incapace!!!! da fucilare altro che premiare!

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