Il presidente Richard Nixon (1913-1994) è costretto a presentare, su ordine espresso della Corte Suprema, i nastri delle conversazioni segrete avvenute all’interno dello Studio Ovale: è il momento di svolta nell’ambito del famigerato “Scandalo Watergate”, uno degli episodi più discutibili e controversi dell’intera storia americana.
Così ribattezzato in riferimento all’omonimo complesso edilizio costruito negli anni ’60, il caso Watergate esplose il 17 giugno 1972 con l’arresto di 5 uomini legati al CRP[1], rei di aver preso parte ad attività di spionaggio, intercettazione e sabotaggio ai danni del Partito Democratico[2]. Determinanti nel sviscerare gli aspetti meno chiari della vicenda, in primis la natura del rapporto tra le suddette figure, l’organizzazione e gli ambienti governativi[3] furono le inchieste condotte da Carl Bernstein (1944-vivente) e Robert Woodward (1943-vivente), due giornalisti del Washington Post supportati da un misterioso informatore: “Gola profonda”[4].
Sebbene Nixon si fosse dichiarato più volte all’oscuro dei fatti, il vice-consigliere del Comitato Watergate[5] Donald G. Sanders (1930-1999) scoprì, in data 13 luglio 1973, l’esistenza di un sofisticato impianto di ascolto e registrazione nell’ufficio presidenziale. Nell’estremo tentativo di occultare le prove[6], il Capo di Stato si appellò allora al cosiddetto “privilegio dell’esecutivo”[7], ottenendo al tempo stesso l’allontanamento di tre personaggi chiave per la continuazione delle indagini: il procuratore speciale Archibald Cox (1912-2004), quello generale Elliot Richardson (1920-1999) e il vice di quest’ultimo, il quarantunenne William Ruckelshaus (1932-2019)[8].
Fu grazie agli sforzi profusi dal sostituto di Cox, l’avvocato Leon Jaworski (1905-1982), che la problematica dei nastri giunse finalmente al vaglio dell’organo giudiziario, unanime nel respingere la richiesta avanzata dal leader repubblicano perché si avvalesse di una simile garanzia (24 luglio 1974). Appena due settimane dopo, nella giornata del 9 agosto, Nixon avrebbe infatti rassegnato le dimissioni per sfuggire alla procedura di impeachment istruita nei suoi confronti. Terminava così quella che è stata definita, dallo storico e saggista Arthur Schlesinger Jr (1917-2007), un’autentica “Presidenza imperiale”, contrassegnata da una fiorente attività di dossieraggio e da un irresistibile ampliamento delle prerogative della Casa Bianca.
Niccolò Meta
La Minerva
NOTE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] Il Comitato per la Rielezione del Presidente (CRP) è stata, almeno formalmente, un’organizzazione per la raccolta fondi destinata a promuovere la riconferma di Nixon alla Casa Bianca. In ultima istanza, questo denaro sarebbe stato impiegato per attività illecite come quella del 17 giugno 1972, avente come obiettivo gli uffici del Comitato Nazionale Democratico al Watergate.
[2] L’episodio del Watergate rientrava nella cornice più vasta dell’operazione Gemstone, una serie di azioni illegali volte a danneggiare numerosi esponenti del Partito Democratico.
[3] Questa fitta trama di relazioni includeva personalità del calibro di John Newton Mitchell (1913-1988), ex Amministratore presidenziale e Direttore del CRP; Jeb Stuart Magruder (1934-2014), suo vice; James W. McCord jr (1924-2017), Consigliere per la Sicurezza della CIA; John Dean (1938-vivente), Consulente legale della Casa Bianca; Louis Patrick Gray III (1916-2005), Direttore ad interim dell’FBI; Robert Haldeman (1926-1993) e John Ehrlichman (1925-1999), strettissimi collaboratori di Nixon.
[4] Dietro lo pseudonimo di “Gola Profonda” si nascondeva Mark Felt (1913-2008), Amministratore aggiunto dell’FBI dal 1972 al 1973.
[5] Il Comitato Watergate è stato una commissione d’inchiesta istituita dal Senato per indagare sull’omonimo scandalo. Fu attivo dal 7 febbraio 1973 al 27 giugno 1974.
[6] Come si scoprirà dall’ascolto dei nastri, Nixon non era solo a conoscenza dell’effrazione avvenuta al Watergate, ma anche delle attività illegali propedeutiche alla sua rielezione. Da qui i numerosi tentativi di insabbiare il caso.
[7] Il privilegio dell’esecutivo è una garanzia riservata ai membri del governo che non intendano rispondere, per motivi di sicurezza nazionale, del proprio operato davanti a un organo giudiziario.
[8] L’allontanamento di queste figure, consumatosi il 20 ottobre 1973, viene solitamente ricordato come “Il massacro del Sabato sera”.
- Watergate, caso, Enciclopedia Treccani;
- Nixon, Richard Milhous, Enciclopedia Treccani;
- Watergate scandal, Summary, History Timeline | Encyclopedia Britannica.
L’ha ripubblicato su La Minerva.
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